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Mercoledì 30 Aprile 2025

Capsule esauste, ora i gestori possono ritirarle legalmente, ma a quale prezzo?

Con la Delibera n. 3 del 14 aprile 2025, l'Albo nazionale gestori ambientali ha aperto anche ai gestori vending la possibilità di raccogliere e trasportare legalmente i rifiuti costituiti da capsule di caffè esauste. Fino a oggi, infatti, l’iscrizione alla categoria 1 era riservata esclusivamente ai soggetti che svolgevano raccolta di rifiuti urbani su incarico diretto dei Comuni o in convenzione, escludendo di fatto le imprese vending. Il cambiamento è arrivato per rispondere alla crescente diffusione delle capsule nel mercato e alla necessità di intercettare questa tipologia di rifiuti in ottica di economia circolare.

Dal punto di vista tecnico, infatti, le dotazioni minime richieste sono ampiamente alla portata del settore: bastano piccoli furgoni con una portata utile di almeno 250 kg e un solo addetto operativo per servire bacini fino a 5.000 abitanti. Una normale gestione vending, con 7-8 ARD e altrettanti furgoni, può tranquillamente iscriversi in Classe D, quella destinata alle attività su bacini superiori ai 100.000 abitanti, grazie a una portata utile complessiva che supera facilmente i 5.000 kg e un organico che va ben oltre le 8 unità richieste.

Il problema vero, però, non è il requisito tecnico. È tutto quello che viene dopo. Gestire anche il ritiro dei rifiuti significa dover dedicare tempo extra durante il giro, organizzare raccolte differenziate a norma, mantenere in regola i registri di carico/scarico, compilare formulari, effettuare le dichiarazioni MUD, e affrontare ulteriori controlli amministrativi e ambientali. Un carico burocratico che, in un mercato dove i margini si sono ridotti e il lavoro quotidiano è già molto impegnativo, rischia di essere insostenibile per molte strutture.

Insomma: dal punto di vista formale, il vending sarà idoneo, ma dal punto di vista operativo e gestionale, prima di accettare di raccogliere delle capsule esauste sarà bene valutare molto attentamente costi, tempi e reali benefici.

L’Oréal lancia un distributore automatico con l’AR di Snapchat per Elvive

L’Oréal Paris punta a rivoluzionare il concetto di refill nella cosmetica con un'operazione che coinvolge direttamente il mondo dei distributori automatici. A Londra, infatti, il marchio ha lanciato un distributore automatico interattivo, sviluppato in collaborazione con Snapchat, per incentivare l’uso delle ricariche Elvive attraverso un'esperienza di realtà aumentata.

Il distributore, installato a Liverpool Street Station, combina un touchscreen fisico e l’utilizzo di un filtro AR di Snapchat: i consumatori possono interagire virtualmente con il brand, ottenere informazioni sui prodotti e ritirare direttamente una ricarica di shampoo o balsamo Elvive. Il design del distributore è fortemente riconoscibile, con colori rosa acceso e un’interfaccia immediata pensata per attirare il target giovane e attento alla sostenibilità.

Secondo quanto dichiarato da L’Oréal Paris, l'iniziativa nasce dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale dei prodotti per capelli, spingendo il pubblico ad abbandonare il consumo di flaconi monouso. L'operazione si inserisce nella strategia di sviluppo delle ricariche, segmento che il brand vuole far crescere del 10% entro la fine del 2025.

Dal punto di vista del vending, questa iniziativa conferma una tendenza già in corso: sempre più aziende vedono nel distributore automatico un mezzo non solo di vendita, ma di comunicazione e interazione diretta con il consumatore finale, integrando digitale e sostenibilità in un unico punto di contatto fisico.

 


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